L’ex direttore sportivo di Roma Tiago Pinto ha parlato del doloroso giorno in cui José Mourinho è stato licenziato e delle conseguenze della sconfitta della Liga Europa di Siviglia.

L’ex direttore sportivo della Roma Tiago Pinto si è aperto sul giorno “molto difficile” in cui José Mourinho è stato licenziato e su cosa è successo dopo la sconfitta finale della Europa League contro Siviglia

Il 39enne ha concluso il suo incantesimo di tre anni come direttore sportivo del Giallorossi all’inizio di febbraio, decidendo di intraprendere una nuova avventura dopo molti alti e bassi durante il suo tempo nella capitale italiana. Da allora è legato al lavoro a Newcastle United.

La Roma ha deciso di rischiare a gennaio, licenziando Mourinho e portando Daniele De Rossi su un accordo a breve termine. L’ex centrocampista ha brillato nel dugout, vincendo sette delle sue prime nove partite in carica, e il suo lavoro ha apparentemente giustificato la mossa del club.

Parlando a Sky Sports Italia, Pinto è stato chiesto per la prima volta del giorno in cui Mourinho è stato licenziato dalla Roma.

“E’ stata una giornata molto difficile per tutti. Sono ancora giovane, non so se i direttori sportivi più anziani lo gestiscono in modo diverso. Il momento in cui un allenatore deve essere licenziato, sono morto.”

Ha parlato se avrebbe mantenuto De Rossi come allenatore se fosse ancora il direttore sportivo di Roma.

“Non puoi mettermi in quelle scarpe, ovviamente Daniele sta facendo molto bene. È una persona spettacolare. Sono rimasto sorpreso dalla sua consapevolezza di quanto ci vuole per essere un allenatore.”

Il direttore portoghese ha confermato che De Rossi gli ha chiesto di rimanere nel suo ruolo nel club.

“Sì, abbiamo sempre avuto un buon rapporto, anche prima del suo arrivo.”

Infine, Pinto è stato interrogato sulla dolorosa sconfitta finale dell’Europa League a Siviglia la scorsa stagione.

“Quello che ricordo è che a livello umano è stato difficile gestire le ore successive a quella sconfitta. E’ stato l’unico giorno della mia carriera in cui ho sentito la sensazione fisica delle mie emozioni. È stato un momento cruciale per me, forse è stato in quel momento che ho preso la decisione di andarmene”.

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